Viaggio in bici lungo Tirreno

Abbiamo deciso di regalarci un viaggio in bici lungo Tirreno, lasciando Livorno alle spalle e seguendo la costa tra pinete, sterrati e mare aperto, fino a raggiungere Santa Marinella dopo tre giorni intensi e pieni di scoperte

Almeno 265 chilometri. Tre giorni. Due gravel cariche. E una promessa fatta tra amici: “Partiamo, e vediamo dove ci portano le ruote”. Così è iniziata la nostra piccola avventura di viaggio in bici lungo Tirreno, sulla Ciclovia Tirrenica da Livorno a Santa Marinella, un viaggio tra costa, pinete, sterrati battuti e lagune che non dimenticheremo facilmente.

Viaggio in bici lungo Tirreno

Giorno 1 – Da Livorno a Follonica (125 km): tra asfalto e sabbia, con il profumo dei pini

Siamo partiti la mattina presto dalla Terrazza Mascagni di Livorno, ancora addormentata. Il mare a sinistra, la città alle spalle, e un cielo limpido sopra di noi. Dopo pochi chilometri ci siamo lasciati alle spalle l’asfalto cittadino per immergerci nei primi sentieri sterrati dei Tomboli, direzione Cecina. Il fondo era compatto e scorrevole, perfetto per le nostre gravel. Prima di entrare nella pineta, ci siamo fermati alla fontanella della Gorette per riempire le borracce: sole o non sole, partiamo sempre con due litri d’acqua.

A Cecina abbiamo fatto una breve pausa caffè, poi giù verso Marina di Bibbona e San Vincenzo, pedalando su un mix di asfalto costiero e strade bianche tra vigneti e pinete. La luce del mattino filtrava tra i rami e il silenzio della Maremma ci ha avvolti. A Cala Violina, meta iconica per chi ama la bici e il mare, ci siamo concessi un panino al chiosco, seduti sulla sabbia con le bici a portata d’occhio.

Nel tardo pomeriggio, dopo quasi 125 km complessivi, siamo arrivati a Follonica, con le gambe stanche ma gli occhi pieni. La Bike Station Golfo del Sole ci ha accolti con un piccolo deposito attrezzi e tanto silenzio. Dopo una doccia e una cena veloce, siamo crollati.

https://www.komoot.com/tour/2247465002/edit

Giorno 2 – Da Follonica ad Albinia (95 km): la natura come compagna

Il secondo giorno ci ha messi subito alla prova: i sentieri sterrati della Diaccia Botrona ci hanno fatto rallentare, ma anche alzare spesso lo sguardo. Fenicotteri in volo, canali tranquilli e una pace che ci ha accompagnati fino a Principina a Mare, dove una fontanella all’area sosta ci ha salvati dal caldo di metà mattina.

Abbiamo proseguito verso il Parco della Maremma, costeggiando il mare su ciclabili strette e sterrate. All’ingresso di Alberese, al Centro Visite del Parco, ci siamo fermati un attimo per riprendere fiato e pianificare la seconda metà di giornata. Era lì che avremmo deciso: spingere ancora o fermarci?

Abbiamo tirato dritto fino ad Albinia, optando per un agriturismo semplice, ma accogliente, a pochi chilometri dal mare. Le strutture bike-friendly non sono difficili da trovare qui: deposito bici, una pompa a pedale e una cena con vista sul campo. A quel punto, non serviva altro.

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Giorno 3 – Da Albinia a Santa Marinella (circa 85 km): tra saline, vento e birra finale

Il tratto più lungo, e forse il più sorprendente. Usciti da Albinia, abbiamo costeggiato la laguna di Orbetello seguendo la ciclabile dell’anello: un percorso regolare, con fontanelle distribuite ogni pochi chilometri, perfetto per il risveglio muscolare. La Feniglia, invece, ci ha messo alla prova con il suo terreno sabbioso compatto: pedalabile, sì, ma solo se hai fiato e pazienza.

Lasciata la Maremma, ci siamo infilati nel Lazio passando per Capalbio e Tarquinia. Le Saline, che sembrano uscite da un altro mondo, ci hanno fatto rallentare. Qui il vento era più forte, e anche il caldo si faceva sentire. A Pescia Romana, un piccolo bar ci ha salvati con una ricarica d’acqua e una fetta di crostata da sogno.

Gli ultimi chilometri, tra strade asfaltate nuove e qualche tratto sterrato verso la Frasca, sono stati un mix di fatica e felicità. Ogni rotazione dei pedali ci avvicinava a Santa Marinella, che abbiamo raggiunto nel tardo pomeriggio. Tre giorni, senza fretta ma con costanza.

Abbiamo parcheggiato le bici, ci siamo cambiati, e poi, semplicemente, siamo scesi in spiaggia con due birre gelate in mano. Avevamo fatto tutto il percorso della Ciclovia Tirrenica da Livorno a Santa Marinella, con le nostre gambe, le nostre bici e una gran voglia di rifarlo.

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Una delle grandi comodità di questo itinerario è la possibilità di rientrare facilmente in treno, grazie alla presenza di numerose stazioni ferroviarie lungo tutta la Ciclovia Tirrenica. Tutte le tappe principali – da Livorno a Santa Marinella – sono collegate con la linea tirrenica servita da treni regionali che accettano il trasporto bici senza obbligo di prenotazione (con supplemento bici giornaliero). Questo rende possibile percorrere l’itinerario anche in più fasi, oppure tornare comodamente al punto di partenza una volta arrivati a destinazione

Cose da sapere prima di partire

  • Tipo di bici consigliata: gravel o trekking con copertoni ≥ 35 mm. Le bici da corsa necessitano deviazioni su tratti come Feniglia e Diaccia Botrona.
  • Fontanelle e ristori: presenti a Livorno, Cecina, San Vincenzo, Cala Violina, Principina, Alberese, Orbetello, Tarquinia e Pescia Romana.
  • Strutture bike-friendly: disponibili a ogni fine tappa, con deposito bici e a volte anche noleggio o officina.
  • Periodo migliore: primavera e autunno. Evitare luglio e agosto a meno di essere molto allenati (e ben idratati).
  • Treni: facili da usare in caso di emergenza o per tornare a casa – stazioni a Livorno, Cecina, Follonica, Grosseto, Orbetello, Civitavecchia, Santa Marinella.

Tre giorni non sono abbastanza per raccontare tutte le emozioni vissute in sella lungo questa rotta costiera, ma bastano per accendere una passione. E la prossima volta, magari, si parte da Santa Marinella e si va verso nord.

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