Lorenzo Barone dal Sahara alle Ande: la spedizione estrema

spedizione Lorenzo Barone dal Sahara alle Ande

Spedizione Lorenzo Barone dal Sahara alle Ande

La Spedizione di Lorenzo Barone dal Sahara alle Ande, promette di essere la più ambiziosa mai tentata. Dopo aver pedalato nella Siberia a -50° e attraversato il Sahara, il cicloviaggiatore estremo annuncia un nuovo itinerario che lo porterà da Tunisi, in Africa, fino a Puerto Viejo, in Cile. Un viaggio a forza muscolare tra deserti, oceani e montagne, all’insegna dell’esplorazione, della resistenza e del messaggio: tutto è connesso.

Quattro ecosistemi, un solo uomo la spedizione di Lorenzo Barone

«Voglio attraversare quattro ecosistemi: il Sahara in bici, l’Oceano Atlantico a remi, l’Amazzonia a piedi, in bici e in canoa, e infine le Ande fino all’Ojo del Salado». È questo l’ambizioso obiettivo del giovane esploratore italiano. Il tutto senza motore, usando solo la forza del proprio corpo.

Il punto di partenza sarà Tunisi. Da lì Lorenzo attraverserà piste remote di Tunisia, Algeria e Mauritania, passando per il Sahara Occidentale, dove l’instabilità politica e la presenza del più grande campo minato del mondo rendono la traversata ancora più delicata. Il traguardo finale? Il vulcano Ojo del Salado, con i suoi 6.893 metri e temperature fino a -30°C.

Lorenzo Barone attraversa il Sahara nella sua spedizione verso le Ande

Dall’imprevisto nasce l’avventura

Anche se il percorso è stato pianificato nei dettagli per gestire visti, permessi e passaggi di frontiera, Lorenzo lascia comunque spazio all’imprevisto. «L’avventura è anche adattarsi a ciò che succede. Il mio tracciato è preciso, ma flessibile quanto basta».

Per orientarsi usa Mapy.cz e Maps.me, più un GPS leggero per le zone desertiche, dove più piste sabbiose si intersecano e perdere l’orientamento è questione di minuti.

La bici? Machete, leggera e resistente

Come in ogni spedizione, la scelta del mezzo è cruciale. Lorenzo userà una “Machete” by Bressanbike con copertoni da 2.6”, assetto bikepacking e uno zaino per scorte extra di acqua e cibo. «Nei tratti più remoti dovrò portare autonomia per almeno 300 km».

Il clima non sarà sempre estremo. «In Mauritania magari troverò i 40 gradi, ma non sarà il caldo il vero problema: la vera sfida saranno l’isolamento e la varietà dei terreni».

Nutrizione: adattarsi per sopravvivere

Come spesso accade nei suoi viaggi, Barone non segue un piano alimentare rigido. «Mi adatto a mangiare qualsiasi cosa trovo. Dove non ci sono rifornimenti, mi porto dietro scorte». È la logica dell’esploratore: nutrirsi, idratarsi e sopravvivere senza mai perdere di vista la meta.

Non solo chilometri: un viaggio interiore

Questo viaggio non è solo esplorazione geografica. «Non sono mai stato in Sud America. Questo è un viaggio che mi porterà in un continente nuovo, con i miei soli mezzi. Voglio vedere con i miei occhi luoghi mai attraversati prima e portare un messaggio di connessione globale».

E aggiunge: «Il Sahara nutre l’Amazzonia con le sue polveri. Se due ecosistemi così distanti sono interconnessi, allora anche le nostre azioni lo sono. Vorrei trasmettere questo senso di unione al mondo».

Domande frequenti sulla spedizione

Quanto dura la spedizione di Lorenzo Barone? Circa 12 mesi, suddivisi in 4 macro tappe: Sahara, Atlantico, Amazzonia, Ande.

Che tipo di bici usa Lorenzo Barone? Una Machete Bressanbike progettata per viaggi estremi con assetto bikepacking.

Qual è il messaggio del viaggio? Dimostrare che tutti gli ecosistemi e le azioni umane sono interconnessi.


Conclusione

Dall’Africa all’America Latina, il viaggio di Lorenzo Barone è molto più di una sfida sportiva. È un grido di libertà, una lezione di resilienza e un invito a riscoprire l’essenziale. Sarà un viaggio che metterà alla prova i limiti umani, ma anche una traversata simbolica tra mondi lontani eppure profondamente legati.

Chi volesse seguirlo, potrà farlo — come sempre — attraverso i suoi canali social, aggiornati tappa dopo tappa con foto e riflessioni dal cuore della natura più remota.