Lungo la costa del Portogallo
Ruote Libere in Viaggio ha avuto il privilegio di intervistare Giovanni Pantaleo, cicloviaggiatore protagonista di un’incredibile avventura lungo la costa del Portogallo, un cicloviaggiatore di 54 anni che ha attraversato il Portogallo in bicicletta, pedalando dalla costa settentrionale a quella meridionale. Giovanni non ha profili social, non pubblica online e preferisce vivere il viaggio come un’esperienza personale, lontano dagli schermi. La sua avventura ci ha incuriositi e oggi condividiamo le sue storie e le sue emozioni con voi.
L’inizio del Viaggio
Ruote Libere in Viaggio: Giovanni, cosa ti ha spinto a partire per il Portogallo, lungo tutta la costa, in bicicletta?
Giovanni Pantaleo: Beh, il Portogallo era una meta che mi attirava da tempo. L’idea di attraversare un paese intero in bicicletta, respirando l’oceano ogni giorno, mi sembrava un’opportunità di libertà pura. Non avevo un piano preciso, mi affascinava semplicemente l’idea di partire da nord, dalla cittadina di Viana do Castelo, e scendere fino al confine con l’Algarve, lasciandomi guidare dall’istinto e dal vento.
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Paesaggi incredibili
RLV: Raccontaci dei paesaggi che hai incontrato lungo la strada.
Giovanni: Il Portogallo è straordinario per la sua varietà. Al nord, ti immergi in una vegetazione lussureggiante, fiumi che scorrono verso l’oceano, e una costa rocciosa battuta dalle onde. Porto è stata una tappa indimenticabile: le sue strade in salita, le case colorate lungo il Douro, e il profumo del vino che aleggia nell’aria. Man mano che scendi verso sud, tutto cambia. La costa diventa più dolce, le spiagge più ampie e sabbiose. Le scogliere dell’Alentejo, per me, sono state uno dei punti più spettacolari. La potenza dell’Atlantico è qualcosa che senti fin nelle ossa. E poi l’Algarve: acque turchesi e grotte naturali, sembra quasi di essere in un dipinto.
Dormire in luoghi improvvisati
RLV: Hai dormito spesso in luoghi improvvisati. Come è stata questa parte del viaggio?
Giovanni: Ah, sì, è stata una parte fantastica dell’avventura. In Portogallo ci sono tantissimi posti dove puoi semplicemente fermarti e montare la tenda. Una notte, mi sono accampato dietro una piccola duna vicino a Nazaré, con le stelle che illuminavano il cielo e il suono delle onde come sottofondo. In un’altra occasione, ho dormito nel giardino di una casa colonica abbandonata, con il vento che muoveva i rami degli alberi di sughero. C’è qualcosa di profondamente appagante nel trovare un posto dove stendersi dopo una lunga giornata di pedalate, senza sapere dove sarai il giorno dopo.
Le sfide del viaggio
RLV: Quali sono state le difficoltà più grandi lungo il percorso?
Giovanni: Sicuramente il vento. Specialmente al nord, è stato un compagno spesso ostile. Pedalare controvento è estenuante, ma al tempo stesso ti ricorda quanto ogni passo avanti sia una conquista. Un altro momento complicato è stato quando ho avuto un piccolo problema con la mia bicicletta vicino a Peniche. Ero lontano dai centri abitati e mi sono reso conto che non potevo fare molto se non aspettare qualcuno che passasse. Per fortuna, un pastore del posto mi ha visto e mi ha aiutato con un vecchio set di attrezzi. Alla fine, è stata un’occasione per conoscere una persona straordinaria e passare qualche ora chiacchierando davanti a un caffè improvvisato.
Il significato del viaggio
RLV: Cosa ti ha lasciato questo viaggio?
Giovanni: Credo che il viaggio mi abbia ricordato quanto sia importante rallentare. Noi tutti siamo così presi da una vita frenetica, sempre connessi, sempre di corsa. Attraversare il Portogallo in bici mi ha fatto apprezzare ogni singolo momento: una colazione in un piccolo bar di paese, il suono del mare al mattino presto, il sorriso di qualcuno che incontri per strada. Mi sono reso conto che la vera bellezza del viaggio non è nella destinazione, ma nel modo in cui scegli di viverlo.
Progetti futuri
RLV: Torneresti a fare un’esperienza simile?
Giovanni: Senza dubbio. Forse non proprio lo stesso percorso, ma ci sono ancora tanti posti da vedere, tanti venti da sfidare. Non sento il bisogno di condividere le mie esperienze sui social o di cercare approvazione. Mi basta sapere che posso salire in sella alla mia bici e andare. La libertà è questa.
RLV: Grazie, Giovanni, per aver condiviso con noi la tua avventura.
Giovanni: Grazie a voi, è stato un piacere raccontare un po’ del mio viaggio. Spero che possa ispirare qualcuno a prendere la bici e partire, senza troppi piani. L’avventura è proprio lì che ti aspetta.